Dopo avervi condotto attraverso le sfumature delle Obbligazioni Astaldi, ora ci avventuriamo in un nuovo tema, sperando che susciti la vostra attenzione.
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- Breve storia sul fundraising
- Il fundraising in Italia
- Come sfruttare il fundraising per la propria attività
Il fundraising è il termine inglese per indicare la raccolta di fondi, un’azione che nasce per raccogliere denaro da destinare a progetti e cause di natura e utilità sociale. La raccolta fondi nasce come iniziativa delle organizzazioni senza scopo di lucro che hanno l’obbligo di non ridistribuire gli utili tra i soci, ma di investirli per lo sviluppo delle finalità sociali nei termini previsti dai rispettivi statuti costitutivi. Oggi, vi sono diverse forme di fundraising e per le finalità più disparate.
Breve storia sul fundraising
Le prime raccolte di fondi nascono storicamente in Europa per mezzo dei sacerdoti – che si possono definire i primi fundraiser – che allestivano collette per racimolare le risorse finanziarie necessarie a svolgere attività nel sociale o a sostegno delle parrocchie. Tuttavia è negli Stati Uniti che il fundraising si connota sempre più come un’azione che può andare al di là della carità, della filantropia o del mecenatismo. Henry Rosso fu, infatti, il primo fondatore al mondo di una scuola per raccolta di fondi, dove si “insegnava” l’arte di “insegnare” alla gente la gioia e le virtù del donare.
Il concetto di fundraising distaccato dal puro atto caritatevole trova senso nella cultura diffusa della responsabilità sociale che stimola le persone a fare investimenti finanziari per raggiungere dei benefici comuni. Per Fundraising, quindi, si intende l’insieme di teorie e pratiche che si mettono in campo per garantire la sostenibilità di un progetto sociale e la sostenibilità dell’organizzazione stessa che lo promuove e persegue con l’intento di coinvolgere la molteplicità di interlocutori sia pubblici che privati.
Le tipologie di fundraising
Esistono diverse modalità di raccolta dei fondi che si differenziano dalla tradizionale “colletta”. Esaminiamone alcuni:
- Direct marketing: è una forma di raccolta fondi che si esplicita tramite l’invio di lettere o inviti alla donazione presso un elenco di potenziali donatori;
- Telemarketing: una modalità di raccolta fondi attraverso il telefono è una delle pratiche più longeve e tradizionali;
- Organizzazione di eventi;
- Sponsorizzazioni;
- Investimenti sociali;
- Presentazioni di progetti a bandi di concorso;
- Crowfunding e web-fundraising: l’uso di internet per raccogliere fondi si è inizialmente diffuso nel Regno Unito per poi espandersi nel mondo e si tratta di una modalità che giova della maggior fiducia nei pagamenti online e dell’uso di particolari piattaforme web istituite proprio per aprire pagine di campagne per le raccolte fondi.
- Raccolta di fondi politica: si tratta delle campagne di autofinanziamento privato promosse dai partiti politici.
Nel mondo del fundraising vi sono diversi attori che entrano in causa a cominciare dal fundraiser il quale ha il compito di gestire le relazioni con i donatori, avere competenze nell’uso degli strumenti informatici e conoscenze delle varie modalità di raccolta di fondi.
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Il fundraising in Italia
Il Decreto Legge n. 149 del 28 dicembre 2013, successivamente convertito in Legge n. 13/2014, ha rappresentato un importante punto di svolta nel panorama legislativo italiano, segnando l’abolizione del finanziamento pubblico diretto ai partiti politici e ad altre organizzazioni. Questo cambiamento normativo ha introdotto un nuovo paradigma, basato sulla possibilità di ricorrere alla raccolta fondi come principale forma di autofinanziamento. Tale apertura coinvolge non solo il settore pubblico, ma anche quello privato, e ha alimentato il dibattito sulle modalità più efficaci ed etiche per garantire la sostenibilità economica delle organizzazioni. Tuttavia, nonostante il chiaro intento legislativo, la realtà si presenta spesso più complessa: il decreto contempla infatti meccanismi di “rimborso” e altre misure di supporto economico volte a garantire il funzionamento delle istituzioni e delle organizzazioni coinvolte, creando così un sistema ibrido tra autonomia finanziaria e supporto statale.
Parallelamente all’evoluzione normativa, l’ASSIF – Associazione Italiana Fundraising – ha assunto un ruolo di primo piano nel promuovere una cultura professionale e trasparente legata al fundraising in Italia. L’associazione si è impegnata a definire e diffondere standard chiari attraverso strumenti come il proprio statuto e un codice etico dettagliato, che delineano i principi fondamentali e le responsabilità di chi opera in questo settore. In tale contesto, il fundraiser viene descritto come una figura professionale altamente specializzata, che agisce nel rispetto di principi etici rigorosi per supportare le organizzazioni no-profit nel raggiungimento dei propri obiettivi. Questa attività può essere svolta sia a titolo gratuito che retribuito, e include una vasta gamma di competenze che spaziano dalla comunicazione sociale al social marketing, fino alla gestione strategica della raccolta fondi.
Il fundraising non si limita semplicemente alla raccolta di donazioni, ma rappresenta un processo articolato e strategico che coinvolge molteplici attori e strumenti. È un’attività che richiede pianificazione, capacità di analisi del contesto e un forte orientamento ai risultati, con l’obiettivo di instaurare relazioni durature e di valore tra le organizzazioni e i loro sostenitori. La figura del fundraiser, come sottolineato dall’ASSIF, non è dunque solo un mediatore tra chi dona e chi riceve, ma un professionista che costruisce e gestisce processi complessi per garantire la sostenibilità economica di progetti di valore sociale, culturale e ambientale.
La definizione di standard etici e professionali è fondamentale per evitare derive che possano compromettere la fiducia dei donatori e la credibilità delle organizzazioni. L’ASSIF, attraverso il proprio codice etico, ribadisce l’importanza della trasparenza nella gestione delle risorse raccolte, della chiarezza comunicativa verso i donatori e della responsabilità nei confronti degli obiettivi dichiarati. In un contesto in cui la raccolta fondi si evolve rapidamente, integrando strumenti digitali e strategie innovative, la presenza di linee guida e principi condivisi rappresenta un punto di riferimento essenziale per tutti gli operatori del settore.
Infine, è importante sottolineare come il fundraising non sia solo una necessità economica, ma anche un’opportunità per sensibilizzare la società civile e promuovere una cultura della partecipazione attiva. Attraverso campagne di raccolta fondi ben progettate, le organizzazioni possono non solo raccogliere risorse economiche, ma anche coinvolgere nuovi sostenitori, ampliare la propria rete e rafforzare il proprio impatto sociale. La professionalizzazione del settore, sostenuta da realtà come l’ASSIF, è quindi un passo cruciale per garantire che il fundraising continui a evolversi come un’attività etica, efficace e orientata al bene comune.
Chi sono i fundraiser e cosa svolgono nello specifico
Le figure principali del fundraising sono:
- Il manager della racconta fondi: si tratta di un professionista che si occupa della pianificazione strategica della campagna di raccolta fondi e coordina l’intera attività;
- Il capo progetto del fundraising: è il professionista che si occupa degli aspetti tecnici della realizzazione della raccolta come per esempio l’organizzazione del direct marketing o la gestione del database dei donatori e simili;
- L’operatore del fundraising: è la persona che si occupa della realizzazione pratica della raccolta di fondi a seconda della tipologia di fundraising messa in atto;
- Consulente di fundraising: un professionista esterno che accompagna nelle fasi di organizzazione e pianificazione strategica dell’attività di fundraising in ambiti specifici come i lasciti testamentari, le corporate o progetti specifici. Il consulente non si occupa solitamente degli aspetti operativi o dell’operatività stessa dell’operazione di raccolta fondi.
Il fundraiser ha dei compiti ben precisi da svolgere, sono stati individuati nello specifico 16 mansioni:
- Assistenza al personale nell’organizzazione amministrativa e direttiva delle attività di fundraising;
- Gestione di sistemi di archivio e database con i dati relativi ai donatori e ricerca di potenziali donatori;
- Formazione e supervisione del personale volontario o retribuito di supporto all’azione di colletta;
- Analisi delle opportunità di realizzare i programmi e creazione della rete di relazioni pubbliche;
- Implementazione dei programmi di promozione della raccolta fondi e dei suoi obiettivi strategici;
- Attuazione dei programmi e coinvolgimento nelle fasi di approvazione del progetto con relative funzioni di coordinamento dei collaboratori e fornitori di servizi esterni per la realizzazione della raccolta di fondi;
- Preparazione ed elaborazione dei contenuti e dei materiali necessari alla rete di relazioni pubbliche e all’attuazione della raccolta;
- Ricerca dei potenziali donatori (enti, persone, imprese, fondazioni interessate all’azione sociale) e dei collaboratori e/o volontari;
- Aggiornamento sulle pratiche e le procedure di fundraising;
- Preparazione del bugdet per la realizzazione dell’azione di raccolta e la creazione della rete di contatti;
- Collaborazione con i gruppi di supporto nella pianificazione delle attività;
- Garanzia di mantenimento della coerenza con la propria mission e la filosofia e i principi di base di ciascun impegno di fundrasing;
- Supervisione sul personale retribuito amministrativo afferente all’organizzazione no profit;
- Supervisione dei volontari;
- Coordinamento dei volontari congiuntamente alle disposizioni dell’organo direttivo;
- Attività di portavoce dell’organizzazione non-profit che indice la raccolta fondi e funzioni di servizio stampa e rapporti con la stampa.
Queste sono le funzioni afferenti un fundraiser che opera nell’ambito di un’organizzazione no-profit; alcune di queste mansioni sono ridotte o assenti nel fundraising online dove tuttavia resta fondamentale l’azione di marketing, promozione, individuazione dei donatori, pubblicità.
Come sfruttare il fundraising per la propria attività
Definire obiettivi chiari e misurabili
La prima fase di ogni campagna di fundraising consiste nel definire obiettivi specifici, chiari e misurabili. Questo passaggio rappresenta la base per l'intero processo. Gli obiettivi devono essere realistici, basati su un’analisi delle necessità economiche dell’organizzazione e del potenziale contributo del target di riferimento. Stabilire metriche di successo permette di monitorare i progressi e di comunicare con trasparenza ai donatori come i loro contributi saranno utilizzati.
Creare una strategia di fundraising efficace
Una campagna di fundraising di successo richiede una strategia ben definita. Questo include:
- Piano di comunicazione: Identificare i messaggi principali, i canali di diffusione e i metodi per coinvolgere il pubblico target.
- Budget: Calcolare le spese per materiali promozionali, eventi e strumenti digitali, garantendo il massimo ritorno sull'investimento.
- Calendario operativo: Pianificare le attività e coordinare il team per rispettare le tempistiche prefissate.
Collaborare con partner strategici
La scelta di collaboratori adeguati è cruciale per ampliare l'impatto della campagna. Aziende, fondazioni e altre organizzazioni possono supportare le iniziative con sponsorizzazioni, donazioni o risorse condivise. Collaborazioni con media locali o influencer aiutano a dare visibilità alla campagna e a raggiungere nuovi donatori. È fondamentale selezionare partner che condividano valori e mission per evitare incoerenze che possano danneggiare la reputazione.
Integrare strumenti digitali e innovativi
L’utilizzo di tecnologie moderne può potenziare le campagne di fundraising. Piattaforme di crowdfunding consentono di raggiungere un vasto pubblico in modo rapido, mentre strumenti di marketing automation semplificano la gestione delle comunicazioni, offrendo aggiornamenti personalizzati ai donatori.
Mantenere una comunicazione trasparente con i donatori
La trasparenza è un elemento critico per il successo di qualsiasi campagna. Aggiornare regolarmente i donatori sull’andamento della raccolta, presentare risultati concreti e condividere storie di successo contribuisce a creare fiducia. Un rapporto aperto e continuo con i sostenitori favorisce il loro coinvolgimento e garantisce il supporto a lungo termine.
Seguendo questi principi, le organizzazioni possono migliorare l'efficacia delle campagne di raccolta fondi, rafforzare il rapporto con i donatori e garantire una sostenibilità economica duratura.
Il potere della storia
Il fundraising è un'arte che si basa sulla capacità di raccontare storie. Le storie sono in grado di coinvolgere le persone, di suscitare emozioni e di creare un senso di connessione.
Per sfruttare al meglio il fundraising per la propria attività, è importante raccontare una storia efficace. Questa storia dovrebbe:
- Essere autentica: le persone sono più propense a donare a cause che credono siano autentiche.
- Essere coinvolgente: la storia dovrebbe catturare l'attenzione del pubblico e farlo emozionare.
- Essere chiara: la storia dovrebbe essere facile da capire e da ricordare.
Ecco alcuni esempi di storie che possono essere utilizzate per il fundraising:
- Una storia di cambiamento: la storia di un progetto che ha avuto un impatto positivo sulla comunità.
- Una storia di ispirazione: la storia di una persona che ha superato le difficoltà e ha raggiunto i propri obiettivi.
- Una storia di speranza: la storia di un futuro migliore per tutti.
Come scegliere la storia giusta
La prima cosa da fare è scegliere la storia giusta per la tua attività. La storia dovrebbe essere in linea con i tuoi obiettivi di fundraising e con i valori della tua azienda.
Una volta che hai scelto la storia, è importante raccontarla in modo efficace. Usa un linguaggio semplice e diretto, e fai in modo che la storia sia coinvolgente e emozionante.
Ecco alcuni consigli per raccontare storie efficaci per il fundraising:
- Inizia con un'immagine forte o una domanda che catturi l'attenzione del pubblico.
- Racconta la storia in modo cronologico, ma non dimenticare di inserire dei dettagli e dei momenti salienti.
- Rendi la storia personale e coinvolgente.
- Concludi la storia con un invito all'azione.
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